Su Repubblica del 26 agosto scorso, nella pagina dedicata agli spettacoli,vi e' un articolo di Arianna Finos sul docufilm in uscita dal titolo "Italo Calvino nelle citta'". Ovviamente, si fa riferimento a "Le citta' invisibili". Calvino si cimenta nella descrizione di 55 citta' immaginarie, tutte connotate da nomi di donna.
La scelta delle citta' per la trasposizione cinematografica risente, senza ombra di dubbio, di una limitazione della sfrenata immaginazione di Calvino. Se pensiamo, ad esempio, a Ottavia, citta' ragnatela, unanimamente se ne conviene che possa trovare una collocazione in un disegno, un acquerello o una rappresentazione grafica e non nella realta'.
Che Calvino si ponga su un terreno narrativo diverso dal romanzo o dal racconto classico si nota, non solo nelle opere citate dall'autrice, ma anche nei tanti apologhi che inducono il lettore a profonde riflessioni.
Ma Calvino non e' solo questo, non e' solo narrativa.
Mi riferisco alle "Lezioni americane", lezioni, tra l'altro, mai tenute per
l' improvvisa morte dello scrittore e pubblicate postume. Tali lezioni rappresentano un vero capolavoro, poiche' ricche di citazioni ed esempi espunti da un'ampia letteratura che spazia dal romanzo alla poesia, per spiegare termini, solo per citarne alcuni, quali "la leggerezza" o "l'esattezza".
Ha ragione l'autrice: i lettori lo seguono ... in ogni suo scritto.
Edited by trullalla - 31/8/2023, 14:17
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