L'incanto del lotto 49 é il primo libro letto di Thomas Pynchon.
Una grandissima sorpresa.
Tra le righe si scorge l'interesse dell'autore per molti campi del sapere: l'agglomerato di San Narciso riproduce un circuito elettronico; la musica , quella messa alla radio dal marito dj della protagonista, Mucho, e quella sinfonica di Bartok (amante delle percussioni) e di Vivaldi, evocate all'inizio, per descrivere le sensazioni di Oedipa. Le spiegazioni sui significati di entropia.
Per divagare il lettore, si cimenta nella minuziosa descrizione di un film, di una cruenta opera teatrale, di ben 5 atti.
La storia ha un'infinità di strani personaggi su cui inciampa, nella maggior parte dei casi, la protagonista Oedipa e ogni personaggio è dentro un'altra storia.
E' un romanzo di natura investigativa. Aedipa mette insieme una serie di tasselli che le danno la convinzione che stia lottando con un qualcosa più grande di lei. La lettura degli indizi e dei segni che trova sul suo cammino, la portano a pensare che potrebbe essere sull'orlo della follia.
Fino alla fine ho pensato che l'unico personaggio sano di mente fosse l'avvocato, per ricredermi quando si apprende che ha abbandonato l'incarico per fuggire con una quindicenne...
E che dire del suo psicanalista, il dr. Hilarius?
Si scopre che aveva offerto i suoi servigi ai nazisti in un campo di concentramento. Lo stesso spiega ad Aedipa che non si reputa un vero nazista; se lo fosse stato avrebbe scelto Jung e invece ha scelto Freud, il giudeo.
Aedipa va da Hilarius pensando di vivere in una fantasia e gli chiede di aiutarla ad uscirne. La risposta di Hilarius è significativa e commovente al contempo : “L'accarezzi, invece! (la fantasia). Sennò cosa vi resta, a tutti voi? La tenga stretta per il suo piccolo tentacolo, non lasci che i freudiani gliela portino via con le seduzioni, o i farmacisti con il veleno. L'abbia cara, qualunque cosa sia, perchè quando la perde finirà come gli altri. Inizierà a smettere di esistere”.
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